Una sola vita - Otto destini ai tempi del nazismo
Tom Lampert Tom Lampert ricostruisce, in base a documenti d'archivio e con uno sguardo lucido e distaccato, le vite di otto tra uomini e donne (più un cane che per un certo periodo visse nei Lager e che poi venne studiato anche dal Premio Nobel Konrad Lorenz) nella Germania nazista, prima e durante la guerra - e, per i sopravvissuti, anche negli anni successivi.
C'è Mirjam P., la ragazzina "difficile" (e per di più ebrea) che nel 1936 i genitori rimandano dalla Palestina in Germania e che verrà stritolata dai giudici e dagli psichiatri dello stato totalitario, fino ad essere uccisa nelle camere a gas.
C'è Wilhelm K., da sempre feroce antisemita, nazista della prima ora, che però si scontra con le SS al momento dello sterminio degli ebrei e viene ucciso in un attentato.
Karl L. è il capo della polizia ebrea prima nel ghetto di Minsk (dove viene salvato proprio da Wilhelm K.) e poi a Therensienstadt: verrà processato e condannato, ma sopravviverà fino all'arrivo dei russi, che lo terranno prigioniero per due anni; emigrerà in Australia e per lungo tempo cercherà di ottenere il risarcimento dovuto alle vittime del nazismo.
Non sono i grandi protagonisti della loro epoca, e non sono certo eroi. Sono individui qualsiasi, che negli anni Trenta avremmo potuto incontrare nelle strade di Berlino o in una bottega di Francoforte. Proprio per questo le loro vicende sotto una dittatura criminale ci permettono di decifrare un mondo: quello costituito da milioni di uomini e donne nelle attività quotidiane e nelle scelte irrevocabili, nelle piccole rinunce e nei controlli sempre più invadenti delle autorità, nei silenzi e nelle ribellioni, e nei momenti che segnano la storia.
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