Angelo Floramo Fu allora che Ninuzzu scappò dalle mani di sua madre, fattasi di sale. Bella e triste come una Maddalena, guardava ma non vedeva, come fosse stordita per il troppo dolore. «Tenete fermo il picciriddu» gridò una voce di donna, «non fateci vedere suo padre ridotto accussì». Ma non ci fu verso. Che Ninuzzu a graffi e morsi volle salire pure lui sul carro. Abbracciava Duzzo Floramo, mentre Narosalia, lentamente, aveva principiato a ondeggiare, come un ramo di palma quando ci si passa attraverso il vento di scirocco.
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