Maria Rosa Cutrufelli 1 maggio 1947: festa del lavoro a Portella della Ginestra. È un bel giorno per i lavoratori che, a centinaia, si danno appuntamento in mezzo alle montagne sassose del palermitano, in un pianoro che profuma di ginestre selvatiche. L'Italia è ormai una Repubblica e la Sicilia non vuole più essere l'Isola dei gattopardi, dei gabellieri, delle "coppole di velluto". Così i paesani festeggiano e scendono a piedi, in bicicletta, con i muli, a Portella della Ginestra, in quel naturale punto d'incrocio tra le coste della Pizzuta e della Kumeta. Ma è proprio lì, dagli speroni bianchi di quelle antiche montagne, che Salvatore Giuliano ordina il massacro. Undici morti, ventisette feriti.
Tra gli spettatori muti della strage due ragazzetti: Lillo ed Enza. A lui ammazzano il padre, lei vede in faccia i banditi. Sono i bambini della Ginestra, segnati dalla Storia.E anche dall'ingiustizia, perchè invano i sopravvissuti chiederanno risposta alle loro domande.
Perchè e per conto di chi aveva sparato Salvatore Giuliano?Ed era stato soltanto il suo gruppo a sparare? Chi si nascondeva in realtà dietro le rocce della Kumeta?
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