Il cantore vagabondo

Dino Campana
5
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Errante per il mondo, Campana raccoglie tutto ciò che ha visto e memorizzato per poi fissarlo nel paesaggio italiano in qualche nota di canto. Quel canto che non può separare dalla vita, perché di essa si nutre. [...] Ci si accorge subito che ciò che gli preme non sono soltanto gli effetti cromatici, ma anche gli effetti melodici, o meglio ancora la musica delle parole. Al medico Pariani che lo intervistava nel manicomio fiorentino di Castel Pulci, dove trascorrerà gli ultimi 14 anni fino alla morte, confesserà, dopo una lettura del poemetto Piazza Sarzano: "Sono note musicali che facevo io". In fondo, tutta l’opera di Campana è pervasa da una musica che lui ha evocato ne La notte: «Così conosco una musica dolce nel mio ricordo senza ricordarmene neppure una nota: so che si chiama la partenza o il ritorno». E cosi io mi sento autorizzato a sospettare che i Canti del grande vagabondo non siano tanto da leggere o recitare, ma piuttosto da solfeggiare.
Genres:
180 Pages

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